Il GPS…senza il GPS: Google Maps per Mobile con MyLocation!

Considerando che si tratta solo del secondo post del neonato Google Mobile Blog, è una bella bomba! 🙂

Ecco il punto: il principale limite nell’uso dell’applicazione Google Maps su un cellulare non dotato di antenna GPS è dato dal fatto che per avere informazioni iperlocali, o per avere le directions verso la vostra destinazione, dovete comunque inserire l’indirizzo di partenza.

Se invece il cellulare (o il palmare) ha un’antenna GPS, dopo qualche secndo dall’avvio dell’applicazione (dipende dallo stato della copertura e dallo stato di attivazione del sottosistema GPS) vedrete il pallino blù che indica la vostra posizione, e, cosa più importante, il software “saprà” dove vi trovate.

Ma diciamoci la verità: la stragrande maggioranza degli utenti mobili, anche di quei power user che sono effettivamente gli utenti mobile di servizi Internet, naviga con cellulari o palmari che non hanno un’antenna GPS integrata. Ebbene, il nuovo servizio promette di superare questo limite, usando l’informazione ricavabile dal posizionamento rispetto alle “celle ” della rete mobile da cui siete coperti, per fornirvi un’indicazione approssimativa della vostra posizione!

Alzi la mano chi ha già esclamato “Figata!”.

Nel video che vi propongo di seguito è illustrato il servizio, mentre per i dettagli tecnici…ancora non ne ho! Mi pare però di capire che la cosa non è basata sull’A-GPS, che non mi risulata funzionare in posti diversi dagli USA/Canada.

Intanto potete provarlo dal vostro cellulare, seguendo questo link: Google Maps per Mobile.

Per attivare la funzione “MyLocation” basta premere il tasto “0” (Zero).

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5 thoughts on “Il GPS…senza il GPS: Google Maps per Mobile con MyLocation!”

  1. Ciao Eugenio,
    dato che voglio cambiare cellulare, giusto ieri stavo guardando un palmare con questo nuovo servizio di google (dato che ho il TomTom sarebbe più per sfizio che per altro).

    La cosa che probabilmente G ha evitato di dire è che al momento la precisione della copertura è… come dire… un po’ bassa: il range di posizionamento ha una precisione nell’intorno dei 5Km 😀

    Suppongo comunque che raffineranno la cosa!!

  2. Ciao Alberto!
    Dai test sul campo (fatti non da me) risulta una precisione di 1000/1700 metri, che è sicuramente meglio dei 5km, ma certo non aiuta molto nella individuazione della strada nella quale ti trovi. Diciamo che non andrebbe bene neanche come radioaiuto per la navigazione!!! 🙂

    Migliorare col tempo? Non so.
    In primo luogo, secondo quello che dice il video, la localizzazione è fatta utilizzando l’informazione di una sola cella (quindi un arco di 120 gradi). Un possibile miglioramento potrebbe essere fatto se sei sotto la copertura di più celle, ma non so se succede spesso.
    Un’altra cosa che mi viene in mente (vai a guardare i commenti dell’annuncio) è che quelli di Google hanno detto che il servizio “migliora con l’uso”, ma sinceramente non ho idea di come ciò possa avvenire.

  3. Ciao Eugenio e Alberto,
    esistono casi commerciali (Israele) e prototipi (Roma, tangenziale di Milano) per i quali si è arrivati a precisioni nell’ordine dei metri nell’identificazione della posizione di un cellulare, però… c’è un però: in tutti i casi, italiani (tra l’altro a Roma fatto in collaborazione con il MIT) e esteri (dove per altri scopi il servizio ha anche un proprio pricing) al momento è richiesto un intervento hardware a livello di BTS (antenne) o BSC (sistemi per il controllo di più antenne).
    In Italia grazie alle sperimentazioni effettuate sono predisposte le due zone per le quali sono stati sviluppati i prototipi/test, ma non è stata sviluppata un’offerta commerciale. Telecom Italia sta investendo parecchio, appunto con il MIT, al fine di milgiorare la tecnologia di localizzazione mediante GSM.
    Per quanto riguarda l’apprendimento, è vero: il firmware presente sulle schede delle antenne, o dei BSC, è in grado di “apprendere” ad associare potenza del segnale a posizione su strada, aumentando la precisione con il tempo; all’inizio si ottengono buone precisioni con almeno due antenne, dopo la fase di apprendimento anche una sola antenna è sufficiente.
    Non conosco la soluzione di Google, ma credo che non faccia altro che fornire il layer grafico e i servizi appoggiandosi ai sistemi di localizzazione fornita da altri (come Cellint, Ribes, …), Eugenio, ti torna?

  4. Ciao Alberto.
    Dobbiamo fare una distinzione: se è l’operatore di rete, a fare questo mestiere, le cose diventano molto più semplici. Un funzionario di un operatore mobile italiano mi spiegò un giorno che una loro applicazione, ad uso interno, consentiva di avere un “elenco di strade” in cui probabilmente si trovava il cellulare di cui era inserito il numero. L’operatore di rete dispone infatti di:
    1) Segnali di più celle
    2) localizzazione (geocodificata!) di ogni antenna
    3) Info sulla potenza del segnale per determinare approssimativamente la distanza dall’antenna (Ok, questa info ce l’ha anche il cellulare)

    Mi hai illuminato col discorso dell’apprendimento, ma mi mancano ancora due pezzi. O meglio, mi manca un pezzo e ho un’obiezione.
    Come fa l’antenna ad “imparare”? Tocca all’utente dire: “no, non mi trovo qua ma qua!” ??
    L’obiezione riguarda invece il fatto che il servizio richieda modifiche o comunque interazione con l’operatore di rete, che credo sia una barriera tropo grossa (per quanto l’operatore di rete potrebbe avere interesse, visto il traffico che si genera.

  5. Ciao Eugenio,
    esatto, la barriera per la diffusione su larga scala al momento è questa, la necessità di apportare delle integrazioni all’intelligenza delle antenne.
    La parte intelligente di questa antenne, se ho capito bene dai colloqui con dei miei consulenti, apprenderebbe in due maniere:
    – percorsi di apprendimento: prima del go-live del sistema, qualcuno percorre alcune strade e fa il tuning dicendo al sistema “sono qui e non là”
    – confronto (dove è possibile) fra posizionamenti rilevati da più antenne con quelli di una: praticamente prendo il posizionamento ragionevolmente preciso rilevato con due o tre antenne, lo confronto con quello rilevato da una sola di queste, faccio tuning di questa antenna andando a compensare lo scarto
    A regime il posizionamento di un apparecchio mobile viene quindi rilevato da un’antenna e spedito (insieme ai segnali già scambiati) al device mobile.
    In buona sostanza, da quel che so lintelligenza deve stare presso le antenne (o i BSC)… a meno che Google non abbia inventato qualcosa proprio per il cellulare stesso, precisioni di 1/1.7 km penso servirebbero a ben poco! Gli operatori, come dicevo per Telecom, si stanno muovendo per studiare nuovi sistemi e dotare le antenne di questa intelligenza, intravedendo nuovi business: ad esempio gli operatori 892424 e simili potrebbereo vedere dove ti trovi, inviare la posizione ad amici, infomobilità, ecc…

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