Di #VeryBello non c’era bisogno

No, davvero non avevamo bisogno dell’ennesimo sito di promozione turistica, dal nome quantomeno improbabile, e dal formato probabilmente poco innovativo. I commenti di Fabio Lalli e Paolo Iabichino sono accurati ed esaurienti.

L’ironia scatenata sui social (seguite l’hashtag #verybello su twitter) ne è la dimostrazione.

Ci sono già siti che collezionano in maniera egregia gli eventi sul nostro territorio, a cominciare da WeeKeep / finesettimana.it.

 

Bovinità Fiscale

Equità Fiscale. Un concetto abusato. Io parlerei piuttosto di Bovinità Fiscale.

Il sistema fiscale di un paese dovrebbe essere semplice ed equo.

Semplice, per evitare che parte dei ccontribueti, nell’impossibilità di comprenderne appieno i meccanismi, possano incappare in errori ed essere di conseguenza penalizzati (quindi essere semplice al fine di essere equo).

Equo, per ovvie ragioni, alcune delle quali consolidate nella nostra Carta Costituente.

L’IMU non è un tributo equo. Per tanti aspetti, probabilmente. Quello più clamoroso è legato al fatto che il proprietario di un immobile (e solo di quello) lo paga come “seconda casa”, se per qualche motivo, pur vivendoci, non ci ha ancora trasferito la residenza.

Non è equo perché in casi come questi si sommano (inspiegabilmente) gli effetti di un’aliquota spaventosamente alta (per il comune di Roma è il 10,6 per mille) con l’impossibilità di apportare le detrazioni.

Follia. Poi ci si chiede il perché di tanti problemi.

“Frankie Hi-nrg e la cultura” for Dummies

Ovvero: quando uno parla, e chi ascolta (qualcuno) non capisce una mazza.

Qualche giorno fa in una intervista a Repubblica il noto rapper sforna la sua ricetta per una scuola migliore. Almeno così titola il giornale. No, non è vero. Frankie parla di scuola, di cultura, di modernità…ma si sa, i titolisti.

Anche i blogger ci mettono la loro, però, come chi estrae dal tutto:

Non conoscere Lady Gaga è grave quanto non sapere nulla di Platone.

Mi pare che quanto detto da Frankie sià decisamente di più, e soprattutto decisamente diverso dal paragonare i due personaggi!

Io leggo questi due messaggi.

Uno: la cultura è cultura, indipendentemente dal livello. La Pop-art non era arte, poi ci si è ripensato. La filosofia fa riflettere, la musica non sempre (quella di LG per esempio no), ma non è questo il punto.

Due: pur senza voler fare il maestrino delle maestrine Frankie dispensa sì un suggerimento. Se si vuole costruire una relazione con gli allievi (sperando che questo aiuti il processo formativo) è opportuno conoscere anche la loro cultura. Non so se sia corretto (a senso mi pare di sì) ma certamente non è un motivo per dare addosso al rapper.

Ma si sa, al popolo della rete piace tanto litigare.

Spettacolo Teatrale “Cuore di Neve”

“Cuore di Neve” è il titolo di un bellissimo progetto teatrale in scena fino al prossimo 3 Ottobre al teatro Belli, a Trastevere.

15 ragazzi di età compresa fra i 7 ed i 13 anni, con due fuoriquota nel ruolo di genitori, mettono in scena questa deliziosa e commovente piece che vede protagonista Mattia, un ragazzino di 12 anni costretto a letto da una malattia. Attorno a lui ruotano con tanto amore i genitori, la sorella ed il fratellino più piccolo, l’amata Camilla e soprattutto tanti angeli, curiosi di conoscere come va e come funziona la vita sulla terra.

Vi consiglio di non perderlo!

Superenalotto, una tassa per gli stupidi

Tecnicamente, per quelli scarsi in matematica.

E’ così che possono essere definite più o meno tutte le lotterie. Nel caso del superenalotto in particolare la probabilità di vincere è davvero bassissima (sarebbe centinaia di volte più probabile venire colpiti da un fulmine, per dire), ma giornali e televisioni continuano a ricordarci che c’è un jackpot milionario (oltre 135 Milioni di Euro, adesso) che potrebbero cambiarci la vita (come se 20 Milioni di Euro fossero invece un contentino…).

La matematica suggerisce di non giocare, dunque. Ma la psicologia lavora nel verso opposto. In una interessante analisi il Professor Lloyd Cohen spiega le ragioni irrazionali che stanno dietro alla consapevole scelta di buttar via un Euro. Il solo fatto di giocare la lotteria accende nel giocatore deliranti sogni (piscine, vacanze, lusso, luoghi tropicali…) un po’ come fanno le patinatissime riviste di Lifestyle.

Dunque, se ve ne fregate del calcolo delle probabilità e volete comprare un sogno da un Euro, andate in tabaccheria e giocate sei numeri. E se siete troppo pigri per inventarveli, potete trovarli qui, augurandosi che siano quelli giusti.

Ah, un’ultima cosa: se per caso doveste vincere coi numeri che indirettamente vi suggerisco, beh, mi aspetto un cspicuo segno di gratitudine! 🙂

Post-Post-Scriptum: le lotterie di stato mi fanno incazzare non poco. Si tratta di una forma di prelievo (benchè in un certo senso volontario) che va a colpire – in alcuni casi in maniera grave e patologica – solamente le fasce sociali meno abbienti. E l’uso dei mzzi di comunicazione per incentivare le persone a giocare mi sembra davvero inaccettabile. Lo stato preleva mensilmente 3/400 milioni di euro dalle tasche dei cittadini, con questo meccanismo. Ma lo fa dalle persone sbagliate.

Furrigna Rock Festival

furrigna rock festival
furrigna rock festival

Per tutti gli amici siciliani, o per quelli che avessero la fortuna durante il prossimo weekend di trovarsi in Sicilia, segnalo una manifestazione musicale (e non solo) da non perdere: Il Furrigna Rock Festival.

Una squadra di agguerrite organizzatrici (con la testa dura come la pietra furrigna, probabilmente) si sono date da fare, nonostante le mille difficoltà, per organizzare la seconda edizione di questo festival.

Come ben si conviene alla moderna organizzazione pluri-mediale, trovate l’account flickr con le immagini della scorsa edizione del festival, la pagina di myspace, e tanti video su youtube con le performance passate.

Ne parla anche Ultrasonica.

L’appuntamento è per sabato 30, con qualche anticipazione per Venerdì 29.

Direttamente dalla pagina dell’evento:

“Hai la testa come la petra furrigna”.
Sicilia Orientale. Sono stato concepito nell’agosto 2006, mi hanno partorito ad agosto 2007. Sono un bastardo. Incrocio tra sogno, rassegna musicale, utopia, festival, festa, work in progress eterno.
Il “FURRIGNA ROCK FESTIVAL” è un progetto nato dalla volontà di creare uno spazio di condivisione della musica dal vivo.
FURRIGNA. Dentro la metafora di una tradizione antica locale, il termine “furrigna” caratterizza in maniera canzonatoria un modo di essere testardi, lo stesso che ha nutrito l’idea del festival fino alla sua realizzazione. Ben oltre la testardaggine c’è stato il voler credere in un’idea e inventarsi un modo per affermarla.
FURRIGNA ROCK. Roccia furrigna, roccia dura come l’anima di quel rock che si vuole promuovere, un rock indipendente e puro. Una proposta non nuova per Scordia, evoluzione di un antico circuito musicale indipendente ben radicato nel territorio, eredità di apprezzati slanci creativi.
FESTIVAL: festa, rassegna musicale, sagra, spazio culturale, condivisione, work in progress. La parola festival rappresenta il progetto: non solo musica, ma arti grafiche e audiovisive, installazioni in movimento che affiancheranno la rassegna musicale.
FURRIGNA ROCK FESTIVAL 2008…Quest’anno vogliamo vedere una folla di di TESTE FURRIGNE scagliarsi su Scordia!

———–30 AGOSTO 08 ————–

FELDMANN + SONGS FOR ULAN @ FURRIGNA ROCK FESTIVAL

Acquario, Oroscopo

Caro Acquario, innanzitutto il tuo nuovo dio dovrebbe essere in grado di ammirare la tua originalità. Ti meriti una divinità che sappia apprezzare la tua decisione di prendere il destino nelle tue mani. Per voi Acquari è arrivato il momento di non ascoltare quello che pensano gli altri e di provare a capire quello che la divinità significa per voi.

Mistico.

New York Times API: il momento di un giornalismo davvero collaborativo?

Leggo sul tempestivo ed informato magazine online ReadWriteWeb che il NYT ha annunciato di voler aprire il suo sistema di pubblicazione sul web tramite delle API che lo rendano programmabile, il tutto mentre le news stampate continuano il loro declino, almeno in termini numerici.

Una delle possibilità illustrate nell’articolo è la disponibilità per gli sviluppatori di avere delle API keys che consentano di accedere in maniera diretta ai contenuti e permettano di farne mash-up più o meno creativi (anche se a me viene da pensare che una cosa del genere si possa fare semplicemente separando i vari feed).

Comunque sul programmabile ci sarebbe molto da chiarire e da discutere. Ovviamente nelle sconfinate praterie (:P) del mio immaginario si aprono scenari di collaborazione sia per l’apertura verso veri e propri contributi di informazione, sia per meccanismi di voting (contributors e mediatori, non a caso due dei tre attori di un moderno processo di comunicazione).

Ci sono degli aspetti “al contorno” che rendono questa notizia in prospettiva molto interessante, ed in primo luogo il fatto che il NYT è stato da sempre il giornale che ha cercato di cavalcare (più che subire) l’onda dei new media. Non dimentichiamo che ha anche fatto un importante investimento sulla più famosa piattaforma di blogging al mondo.

Vi consiglio di leggere l’annuncio e l’articolo su RWW.

PS: qualche giorno fa raccontavo di un progetto di multicanalità offline-online fatto dalla Gazzetta dello Sport.

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Giornalismo Low Cost (and Low Quality)

Stimo Luca Conti e Claudio Vaccaro, ma sinceramente rimango basito di fronte ai due post gemelli che i due hanno appena scritto a proposito delle loro esperienze negative con l’operatore low cost (ma loro con un geniale payoff si definiscono low fares) RyanAir.

Rimango basito perchè i due scrivono con toni da esperti (forse un po’ da sindacalisti) e al tempo stesso dimostrano di non capire assolutamente nulla dei meccanismi che portano alla definizione delle strutture di costo di un’azienda che opera col pubblico.

E rimango basito perchè citano, per rafforzare la loro posizione, uno dei peggiori articoli che io abbia mai letto sull’argomento.

Esclusivamente su un punto posso essere (parzialmente) d’accordo con Clyde e Pandemia: il sito dovrebbe essere assolutamente chiaro nel consentire all’utente di identificare i costi associati alle varie opzioni.

In realtà le volte che ho usato questo vettore (non decine, ma qualcuna sì) non ci sono mai cascato, in gabole come quelle citate dai due post. Però ammetto che un utente meno smaliziato o semplicemente meno attento rischia di pagare più del dovuto.

Low cost vuol dire semplicemente una cosa: identificare dei servizi che per l’utente non sono necessari, estrarli dal prezzo fisso del pacchetto, e renderli “a pagamento” per quelli che non vogliono rinunciarvi.

Questa più o meno la sintesi di una interessantissima discussione avuta su uno dei miei frequenti Milano-Roma (rigorosamente Alitalia, ahimè) con il Professor Umberto Bertelè, che mi illustrava per l’appunto il caso di una compagnia low cost di noleggi auto, che scoprì, facendo un sondaggio fra i propri clienti, che non tutti desideravano avere necessariamente la macchina pulita e lavata dentro e fuori, se ciò poteva far loro risparmiare una decina di euro sul noleggio.