L’economia della giungla

E’ concezione comune che una “economia di libero mercato”, ovvero quella in cui le transazioni e gli scambi sono gratuiti e consensuali, sia migliore e più accettabile della “legge della giungla”, che consente invece al più forte di “prendere” qualcosa dal più debole. Banale, vero?

Forse NO!

Di recente è stato pubblicato su Economic Journal un articolo (di Ariel Rubinstein e Michele Piccione), che sottolinea interessanti paralleli fra I due “sistemi”. Uno dei risultati interessanti è che l’economia della giungla è in grado di supportare un equilibrio “efficiente” (efficiente nel senso di Pareto), il che porta direttamente ed indirettamente, a due interessanti conclusioni:

la prima è che l’ottimo paretiano (il cui l’utilità della società è massima nel senso che nessuno può aumentare il proprio beneficio se non a discapito di altri) non è in fondo un’oasi morale così desiderabile.

La seconda è che il risultato garantito da un libero mercato è desiderabile solo tanto quanto lo sono le condizioni inziali che lo caratterizzano.

The relative comparison of the jungle and market mechanisms depends on our assessment of the characteristics with which agents enter the model. If the distribution of the initial holdings in the market reflects social values which we wish to promote, we might regard the market outcome as acceptable. However, if the initial wealth is allocated unfairly, dishonestly or arbitrarily, then we might not favour the market system. Similarly, if power is desireable we might accept the jungle system but if the distribution of power reflects brute force which threatens our lives we would clearly not be in favour.

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