Che succede ad Unicredit?

Un ironico tweet di un amico ed i commenti di altri mi fanno capire come il mondo reale sia spesso particolarmente lontano, in termini di conoscenza, da quello della finanza.

Che succede ad Unicredit?
Che succede ai correntisti di Unicredit?

In Italia qualunque conto corrente è “coperto”, fino alla ragguardevole cifra di 100.000 euro, da un fondo rischi garantito dalla banca d’Italia, o dallo stato stesso.
Quindi, anche in caso di fallimento dell’istituto, i correntisti possono dormire sonni tranquilli.
Chi in questo momento sta pagando, e forse pagherà ancora più caro nei prossimi giorni, sono invece gli azionisti, specialmente i piccoli.
Il titolo in borsa sta infatti scendendo vertiginosamente. Solo nell’ultima settimana ha lasciato sul terreno il 37% del suo valore. Questo è il risultato di una serie di fattori, non ultimo l’aumento di capitale in corso proprio in questi giorni. I grossi investitori stanno vendendo parecchio (e stanno vendendo anche i diritti di acquisto) con l’idea di finanziare l’aumento di capitale, probabilmente.
Certo, a questo livello di valutazione, un investitore estero molto danaroso (un’altra banca?) potrebbe pensare di acquisire il controllo di Unicredit. Non sto dicendo che succederà, sto solo dicendo che oggi questa operazione costerebbe un quinto (forse meno) di quanto sarebbe costata un anno fa.

Hack, Steal, Profit. And keep your money.

Questo signore verrà probabilmente incriminato per violazione dei sistemi informatici, ma gli sarà consentito di tenersi i soldi che ci ha guadagnato. Almeno così dice il NY Times.
Suono un po’ strano, ma pare che vada davvero a finire così. In pratica Mr. Donozhko è entrato nei sistemi informatici di un’azienda sui quali ha trovato i dati del bilancio che sarebbe stato pubblicato di lì a poco. Trovata l’informazione, che evidentemente rappresentava valori economici negativi o comunque sotto le attese, l’hacker ha investito oltre 40.000$ in opzioni put, scommettendo quindi su un calo del titolo. Calo che è puntualmente avvenuto, alla pubblicazione del bilancio, facendogli guadagnare parecchi soldini.
Ma arriviamo al punto: un giudice ha constatato che il signor Donozhko non ha commesso nessun illecito “relativamente alla disponibilità di informazioni privilegiate”. Cioè? Che altro illecito poteva fare? Diffonderle?

Sarei curioso di conoscere l’opinione di Matteo su questo episodio, ma anche quella di qualcuno che si occupi di vigilanza in campo finanziario.
Da noi cosa sarebbe successo?

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