Regression Testing

Test di Regressione, ovvero la pratica di eseguire una intera serie di test sul codice pre-esistente, in occasione di ogni nuova modifica apportata, alla ricerca di un potenziale errore introdotto con la modifica stessa. Sistemo il nuovo, rompo il vecchio. Capita più spesso di quanto possiate immaginare.

La pratica della Continuous Integration, e soprattutto dell’esecuzione automatica dei test aiuta molto, ed è ormai diffusa nelle software house anche di piccola o media dimensione.

Allora proprio non mi spiego perché questo errore nel codice del Google Reader ricompaia periodicamente.

Errore di Regressione
Errore di Regressione

Cambia qualcosa nella ricerca di Google

Una cosa non troppo evidente e probabilmente non troppo significativa. Però è lì. E siccome si tratta di una pagina visitata parecchie milioni di volte al giorno, ecco, magari dal punto di vista del carico dei server cambia. O chissà quali motivi ci sono dietro…

Di che sto blaterando? Semplicemente di un piccolo ed ininfluente cambiamento (ancora non so se temporaneo o permanente) nel modo in cui Google visualizza i risultati di ricerca. Aggiungo anche che io l’ho notato solo adesso, ma magari è così già da qualche giorno o settimana…

Ok, ok, so che volete sapere di che sto parlando. Bene, date un’occhiata allo screenshot che ho catturato, qui sotto (click per ingrandire, se non fosse sufficiente la dimensione).

 

Una semplice ricerca su Google
Una semplice ricerca su Google

Visto? Che vi dicevo?

Ah, non avete notato niente? Ma la URL nella status bar, non vi sembra strana?

Precisiamo: è quella che Google ha sempre utilizzato, almeno da che mi ricordi io. Però fino a qualche tempo fa nella pagina c’era un javascript, attivato dall’evento “onMouseOver” sul link del risultato, che faceva comparire nella status sbar non quella url coi parametri di google (che altro non fa che fare il redirect, dopo aver plausibilmente conteggiato il click), ma la url di destinazione. Adesso invece viene esposta la vera url attivata dal click.

Qualcuno può confermare?

Google I/O 2009: Chi di voi vuole andare?

io2009Con relativa facilità ho ottenuto anche quest’anno un invito per uno degli eventi più interessanti e meglio organizzati che si tengano al mondo, ovvero la Google I/O Developer Conference, che si terrà il 27 e 28 Maggio prossimi, presso il Moscone Center a San Francisco.

Le sessioni previste sono interessantissime, almeno a giufdicare dai titoli. Personalmente andrei sicuramente a vedere quelle su App Engine (promettono di far capire come sviluppare le applicazioni più complesse, su questa piattaforma), su Chrome ed il futuro di HTML 5, e sui sistemi carto/geografici.

E’ probabile che quest’anno io non riesca ad andare, quindi ho deciso di mettere a disposizione il biglietto. A chi? A dire il vero non ho ancora deciso. Provate a lasciare i vostri suggerimenti qui, nei commenti. Dovrei farne “un contest”? Oppure “mettermi” a disposizione, cioè trovare qualcuno che mi paghi il viaggio in cambio del “report”?

In assenza di suggerimenti più interessanti, credo metterò l’invito, del valore di 400 Dollari, a disposizione di Silvia e Pietro, oppure di Roberto. Ammesso che se lo meritino, of course…

Gmail, attachment multipli, ed errori nell’upload

Le barre indicano il progresso nel caricamento degli attachment

Le barre indicano il progresso nel caricamento degli attachment

Da qualche giorno Gmail ha introdotto piccole novità nel servizio di webmail. Una delle più evidenti (e più utili) è la feature che consente di selezionare più attachment dalla stessa finestra, invece che doverlo fare file per file. Al tempo stesso l’interfaccia mostra una comoda progress bar che rende più semplice per l’utente capire che il sistema sta effettivamente caricando il file scelto.

 

Queste feature sono state implementate utilizzando Flash in un piccolo frame. Purtroppo però questa scelta non è esente da controindicazioni. Per chi come me lavora spesso dientro ad un proxy/firewall, il meccanismo di upload fallisce miseramente (o meglio fallisce l’autenticazione), e costringe pertanto ad utilizzare il meccanismo classico, la cui attivazione non è tuttavia immediata (anche se ben spiegata nella relativa pagina di aiuto).

La soluzione è semplice: dovete andare su Settings (Impostazioni, nella versione italiana) e poi su General. In basso, quasi in fondo, trovate l’opzione per abilitare o meno questo “upload avanzato degli attachment”.

Va detto che questo malfunzionamento si verifica solo con certi firewall/proxy server, e non solo con Gmail. Ad esempio nel caricare una immagine in un post su WordPress sono costretto a selezionare il tradizionale “browser uploader” invece della più evoluta versione Flash.

 

Modificate le impostazione se volete tornare ad utilizzare il meccanismo classico.
Modificate le impostazione se volete tornare ad utilizzare il meccanismo classico.

Google PowerMeter: misurare per migliorare

Uno dei primi concetti che cerco di trasmettere nel momento in cui mi accingo – con una squadra, con un cliente, con un allievo – ad intraprendere un’attività o un progetto, è l’importanza della “misura”. Se non sono in grado di misurare un risultato (o, in altri termini, verificare il raggiungimento di un obiettivo) non ho elementi per migliorare.

Nel campo del consumo energetico la mancanza di strumenti di misura è un forte handicap a qualunque strategia di ottimizzazione possiamo pensare di applicare.

Google.org, la controparte non-profit dell’azienda di Mountain View, presenterà domani la sua proposta: il Google PowerMeter.

L’idea nasce dalla constatazione (suffragata da studi statistici) che conoscere il consumo elettrico (ed il corrispondente economico!) in tempo quasi reale è un importante incentivo psicologico alla riduzione dei consumi. Inoltre, con l’intelligenza sempre più attiva che viene applicata a molti elettrodomestici, questi potrebbero essere istruiti per attivarsi sono alle opportune condizioni (quando gli altri sono spenti, oppure nella fascia oraria in cui l’energia costa meno…).

E’ già previsto che 40 milioni di abitazioni americane vengano dotate di misuratori di consumo, che però non danno facile accesso a tali informazioni. Ancora una volta Google paladino della libertà d’informazione? O ancora una informazione che accettiamo di regalare?

EDIT: Non mi ero accorto di questo post sul blog ufficiale di Google.

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Fratello, dove sei?!?

Volete condividere la vostra posizione con gli amici? Se avere un account Google potete farlo, con il servizio Google Latitude.

E la privacy?

No, niente privacy. A differenza che nel caso di utilizzo di un GPS, il vostro terminale non è l’unico a sapere dove vi troviate. La vostra posizione viene infatti condivisa con i server di Google, e comunicata alla lista di amici che avrete selezionato (ed ammesso che loro accettino le condizioni di utilizzo del servizio).

Cosa fa esattamente Google Latitude?

Google Latitude “chiede” al vostro dispositivo le coordinate del punto in cui vi trovate, e come detto le condivide in rete.

Se non vedete il testo cerchiato di rosso, non avete tutti i prerequisiti per usare Latitude. Ma basta cambiare la lingua del browser.
Se non vedete il testo cerchiato di rosso, non avete tutti i prerequisiti per usare Latitude. Ma basta cambiare la lingua del browser.

Funziona solo dal cellulare, quindi…
No, funziona anche dal PC di casa o di ufficio. Mentre il cellulare mette tipicamente a disposizione delle API che il sistema può interrogare per conoscere la posizione via GPS o A-GPS, sul PC il framework Gears
(prerequisito obbligatorio) mette a disposizione una Geolocation API che sfrutta varie fonti dati, fra cui una mappa di moltissime reti wifi cittadine, per piazzarvi con una precisione piuttosto imbarazzante nel punto esatto in cui vi trovate.

 

Ok, voglio provarlo. Ma…a me dice che funziona solo dal cellulare!!!

Guarda bene l’immagine allegata a questo post. Se non vedi la porzione cerchiata di rosso, vuol dire che sul tuo browser non è possibile utilizzarlo. Magari non hai Gears installato (o attivato). Alcuni amici che hanno Chrome in Italiano mi dicono che non vedono quel messaggio: credo che il servizio (come nel caso delle funzionalità beta per Gmail Offline) venga messo a disposizione solamente degli utenti di lingua inglese. In tal caso è sufficiente installare la versione in inglese del browser. Oppure aspettare!

La posta di Gmail, anche se sei offline

 

Gmail, anche Offline!
Gmail, anche Offline!

Qualche giorno fa è stata annunciata dal team di Gmail la disponibilità di una funzione sperimentale per poter visualizzare utilizzare la posta di Gmail anche quando si è disconnessi dalla rete. Offline, appunto.

 

Com’è possibile? Un’applicazione web che funziona anche quando sono offline?

In effetti potrebbe sembrare strano, e invece è solo….pazzeschissimo! (cit.)

In pratica la versione offline di Gmail sfrutta le feature di Gears, un framework che si installa dentro il vostro browser e che dota lo stesso di alcune funzionalità accessibili via javascript. Tali funzionalità consentono ad esempio di memorizzare localmente le informazioni. Ma non solo: consentono ad esempio di creare una icona sul desktop (o nel menù Avvio) per lanciare l’applicazione in modalità offline.

Di Gears peraltro abbiamo già parlato, anche in tempi remoti, in particolare riferendoci a come il suo utilizzo potrebbe sconvolgere il concetto di applicazione web.

Uhm, dati in locale…ma è sicuro?

Mah, di sicuro c’è solo…no, vabbè, ricordate solo che siccome sul PC rimane traccia delle vostre email, certamente questa è una operazione che non dovete fare su un PC pubblico!

Ok, mi hai convinto. Come faccio ad attivare Gmail offline?

Innanzitutto ci sono dei prerequisiti, ovvero avere Gears installato, e quindi un browser compatibile (ad oggi Microsoft Internet Expolrer 6 o 7, Firefox, Safari e naturalmente Google Chrome, che Gears ce l’ha dentro!). Se serve (tranne che per Chrome) andate qui per installare Gears.

Infine seguite le indicazioni scritte qui. Traducendo rapidamente:

  1. Andate su Settings
  2. Click su “Labs”
  3. Segnate “Enabled” su Offline GMail

A questo punto compare un’iconcina in alto a destra (“Offline0.1“). Click, e la posta comincia ad essere scaricata in locale. (Dove, per la precisione?)

Ma a me non compare, nei Labs, la voce Offline Gmail!

Pazienza! Come tutte le funzionalità di Google viene rilasciata a poco a poco su tutte le utenze. La mia è stata attivata solo oggi!

Ma a me non compare neanche la voce Labs, andando su Impostazioni!!!

E infatti io che ho detto? “Settings”, non “Impostazioni”. Non perchè sia affezionato alla lingua inglese, ma perchè queste funzionalità sperimentali sono disponibili solo per gli anglofoni!

Un’ultima domanda: funziona anche per la posta in uscita?

Assolutamente sì! Se spedite una posta mentre siete offline, Gmail la mette nella “outbox”, e la invia alla prima occasione in cui rileva una connessione ad internet.

UPDATE: due piccole ma importanti note. La prima riguarda il doveroso link al relativo post dei Googlisti, che con grande tempestività ci avvisano sempre delle novità provenianti da oltre oceano. L’altro al completissimo post di Dario, che stamattina mi era sfuggito (anche se presenta un piccolo errore: i requisiti sui browser supportati sono meno stringenti – come versioni – di quanto da lui riportato).

Da Blogger a WordPress, con l’aiuto di Google!

blogger2wpDovete convertire un blog da Blogger a WordPress, o il viceversa? Più facile a dirsi che a farsi, per una serie di ragioni legate all’imperfetto match fra i rispettivi formati (oltre ad una serie di problematiche legate alle impostazioni locali del server, che impattano sulle date, sui caratteri accentati etc etc.

Adesso però c’è un’arma in più, messa a disposizione proprio da Google, che peraltro ve la fa pure ospitare sui propri server.

Sono disponibili delle librerie python per la conversione fra i formati di importazione/esportazione di Blogger, WordPress e Live Journal, oltre che un discreto supporto al formato open BlogML.

Attenzione: usando la piattaforma di Google c’è un limite molto stringente (1 MB) per la dimensione dell’xml prodotto, quindi in questa configurazione il tool può essere usato solo per un numero limitato di articoli o per un blog piuttosto piccolo. Ovviamente potete sempre utilizzare il codice per conto vostro, nel qual caso il problema no si pone.

[via]

Invia SMS da GMail

Tanto vale specificarlo subito: la feature è attualmente disponibile solo per telefoni cellulari degli Stati Uniti!

L'interfaccia per inviare SMS da GMail

Ecco come funziona. Semplicemente, dopo aver attivato la funzionalità nell’elenco di quelle disponibili nel tba Google Lbas, potete inserire nella finestrella di chat un numero di telefono (US Only, e senza prefisso internazionale) e scegliere “Invia SMS”. Si apre una finestra come quella che vedete riprodotta in figura.

Vorrei ulteriormente precisare che il servizio è disponibile sono per telefoni USA (quindi anche per utenti internazionali di GMail, ma solo con destinatari dei messaggi in USA) per ora. Il che lascia presumere che possano estendere il servizio ad altre nazioni. Chissà se lo faranno anche da noi, dove il costo di invio di un SMS è, per mia esperienza, più alto che in qualsiasi altro paese.

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