Google Developer Days in Italia!

Non affrettatevi per l’iscrizione. La data annunciata è il 21 Ottobre, quindi c’è ancora un po’ di tempo.

Però se non vi volete perdere un evento estremamente interessante, vi consiglio di mettere almeno un promemoria in agenda.

Tanto per capire quello che non vi potete perdere, provate a dare un’occhiata ai materiali rilasciati dopo le sessioni diYokohama, Pechino e Taipei.

Yokohama, June 10
Shortly after Google I/O, we kicked off our 2008 Google Developer Days. The first stop was Yokohama, Japan. Andy Rubin and Takuya Oikawa started the day before 1100 developers, highlighting the Android user interface, the Earth API’s 3D graphics, and announcing Japan’s new Google Developer API Expert program. Videos and sessions are now available.

Beijing, June 12
Two days later, Marissa Mayer and Kai-Fu Lee opened Developer Day in Beijing for more than 2,000 developers, highlighting the effort between Google and local developer communities to collectively make the web better as a platform. Notably, we welcomed several new Chinese networks to the OpenSocial community, including 51.com, 51wan.com, Douban.com, Hainei.com, Tianji.com, Xiaonei.com, and YiQi.com. These networks join a few others that have already launched in China, including MySpace.cn and Tianya.cn, as well as CityIN.com, which has shipped a sandbox for developers. Beijing videos and sessions are here.

Taipei, June 14
Next on the schedule was Taipei’s first Google Developer Day, with 900 developers. In the developer showcase, we invited three developers to demonstrate web applications they’d built using Google APIs: Wei-chih Chiang, a student of Yi Shou University and his Photo Note site, Jun-Chieh Huang, founder of ischool, a website that integrates Google services for elementary and high schools in Taiwan, and FunP, a social website integrating OpenSocial features. Here are the Taipei videos and sessions.

Dopo la pausa estiva si ricomincia, partendo dall’Inghilterra, per arrivare alla Russia, passando fortunatamente anche per l’Italia!

  • September 16 – London, England
  • September 18 – Paris, France
  • September 23 – Munich, Germany
  • September 25 – Madrid, Spain
  • October 11 – Bangalore, India
  • October 21 – Milan, Italy
  • October 24 – Prague, Czech Republic
  • October 28 – Moscow, Russia

[via Official Google Blog]

Location Awareness: io so dove sei!

Del valore potenziale dei servizi basati sulla posizione dell’utente (Location Based Services o LBS) si è già discusso. Non su questo sito, mi pare di ricordare. Ho sfiorato il tema, a me particolarmente caro, anche in questo articolo preparato a quattro mani per la Conferenza AMFM dello scorso anno.

Oltre alle startup interamente basate su questo concetto, come Brightkite e Loopt, anche i grossi player si preparano da tempo, ed in alcuni casi si stanno già scoprendo.

E’ il caso di Yahoo! con il suo servizio FireEagle, o di Google, che nella nuova versione di Gears rende (pardon, renderà) disponibili delle API per determinare la posizione geografica del client.

Ma veniamo al punto caldo: secondo questo articolo (e quello a sua volta puntato, direttamente dalla CNN), i ricercatori della Northeastern University hanno seguito i movimenti di oltre 100.000 persone senza nemmeno informarle di ciò che stavano facendo.

Seth Borenstein of the Associated Press reports tonight about definite example of cell phone location privacy intentionally violated without the knowledge of the phone owners. Researchers at Northeastern University won’t say where the 100,000 people they tracked live or what companies helped them do it – but they made sure to do it outside of the United States.

Il principale punto oscuro di una tecnologia del genere sta proprio nell’impossibilità, per l’utente, di liberarsi del tutto del controllo. Un telefono cellulare, ad esempio, deve necessariamente passare di cella in cella e ogni volta registrarsi, per poter essere collegato. Solo la coscienza e l’etica (o il rispetto delle leggi) da parte degli operatori può garantire che questi dati non vengano usati in malo modo o, ad esempio, venduti a terzi.

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Live dal Google I/O 2008: Il futuro della ricerca e la privacy

Marissa MayerIl keynote di apertura della seconda giornata del Google I/O 2008 è affidato a Marissa Mayer, storica donna del marketing a Mountain View, e ora VP di Google per Search Products & User Experience.
Affascinando la platea con la sua bellezza ma soprattutto con la sua sopraffina capacità espressiva, Marissa ci racconta come Google affronta le peculiari criticità delle proprie applicazioni trasformandole in opportunità! (Ah, il sogno di ogni manager…)

  • E’ un gran casino tradurre l’interfaccia in 140 lingue? Facile, facciamolo fare a 250.000 dei nostri milioni di utenti in tutto il mondo!
  • E’ sarebbe costosissimo testare nuove funzionalità e misurarne il successo? Facile, facciamolo fare ad una piccola percentuale dei nostri fantastilioni di utenti mondiali?

And so on….come dicono da queste parti.
Elaboro un po’ sul secondo punto, perchè comunque mi sembra assolutamente interessante come approccio.
Ecco come funziona la valutazione della User Experience in Google: quando c’è da testare una nuova feature su quella scarna ma nearly perfect home page (chessò, un nuovo colore di sfondo per gli ads, qualche pixel di spazio in più fra il titolo ed il primo risultato, il numero di risultati nella prima pagina…), queste modifiche vengono presentate ad un certo numero di utenti. “Certo” significa molto piccolo, in percentuale, rispetto al numero totale di utenti (o di ricerche), ma enorme, in termini assoluti. I risultati vengono memorizzati ed analizzati numericamente, inserendoli nella cosiddetta User Happyness Matrix. Quali siano i parametri – le colonne – di questa matrice della felicità non è dato sapere. Ciò che è certo è che la felicità di Google (e dei suoi azionisti) è legata alle revenues. E le revenues sono legate in maniera diretta al traffico.
Quindi qualunque modifica aumenti il numero di ricerche è cool, qualunque altra che lo diminuisca è ‘na schifezza.
Ad un certo punto Marissa, verso la fine dello speech, spiega che in Google DEVONO sapere a che punto saranno le loro technologie chiave nei prossimi mesi ed anni. Almeno per i prossimi due, dice lei.
E spiega che da qui a due anni la ricerca sarà più universale (cioè mischierà più tipi diversi di media), sarà probabilmente multilingua (approfondisco dopo) ma soprattutto sarà più personalizzata!

Cosa? Per-so-na-liz-zata?!? Cioé, Google userà tutto ciò che sa su di me, le mie ricerche passate, le mie abitudini di navigazione, i miei record clinici per fornirmi dei risultati personalizzati?!? E la privacy?
“Beh, in molti casi sarà sufficiente ad esempio sapere DOVE l’utente si trova!” risponde Marissa ad uno spettatore che chiede appunto lumi sulla questione privacy.
A me questa cosa mi fa un po’ paura, ma c’è da dire una cosa: se l’utente è disposto a vendere l’anima i suoi dati personali al Diavolo a Google, pur di avere un servizio migliore…beh, c’è poco da lamentarsi. In un certo senso è lo stesso discorso dei limiti dell’approccio low cost.

Alla fine della sessione successiva (ho seguito ancora Gears) ho fermato Chris Wilson, un signore di Microsoft che ieri aveva fatto una domanda a Chris Prince proprio sui confini che dovrebbe avere la sandbox in cui Gears gira. E lui mi ha risposto che in sostanza dipende tutto da una sclta dell’utente, anche se in questo caso, in effetti, c’è la questione dell’enorme potere di google a scombinare un po’ lew cose. In pratica se l’utente avesse effettivamente un’alternativa, si potrebe fare questo discorso. Nella realtà però oggi non è così.

Lascio ai vostri commenti l’accensione dell’inevitabile diatriba sulla privacy.

Tornando alla ricerca, ed in particolare all’aspetto “multilingua”, segnalo la cosa che mi è sembrata più significativa. La bella, brava e biondissima VP di Google ha fatto l’esempio di una ricerca in lingua Araba (ma vale per tutte le lingue, of course): idealmente il sistema prende la stringa di ricerca, la traduce in Inglese (la lingua più diffusa), la confronta con un indice delle pagine scritte in tutte le lingue (e a loro volta necessariamente tradotte in inglese, questo Marissa non lo ha detto!!!), mette assieme tutti i risultati, e li mostra all’utente traducendo (in Arabo, naturalmente) tutti gli snippet e le informazioni rilevanti.

Interessante, soprattutto perchè renderebbe effettivamente i contenuti disponibili ad una platea ancora più grande.

Intanto vado a seguire un’altra interessante sessione da qualche parte…

UPDATE: ovviamente potete seguire il quasi-live da fonti ben più autorevoli

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Amazon, Second Life, e la Virtual Job Fair

Qualche giorno fa Simone Brunozzi ha raccontato in un post la sua recente particolare esperienza di recruting.

Graze ad un incontro, peraltro casuale, fatto con lo stand di Amazon, Simone ha avuto modo di far apprezzare la sua competenza ed è oggi uno degli Evangelist. E’ invece di oggi il commento di Jeff Barr, il suo nuovo capo. Interessante vedere anche il suo punto di vista. Nello stesso port Jeff annuncia che ci sono ancora posizioni Amazon aperte per l’Europa. Allora, che aspettate? Vestite di tutto punto il vostro avatar e andate, no? L’incontro è per domani, anzi per oggi, 29 Maggio (visto che sto scrivendo con l’ora del Pacifico).

Google I/O: la prima mezza giornata

MappinsDevo iniziare dicendo che fra i (non tanti) keynote speech di apertura che ho avuto modo di ascoltare, quello di Vic Gundotra (VP Engineering) è stato in assoluto il più concreto (anche nel senso di non scollato dalla realtà) e meno markettaro (forse molto studiato…) di tutti.

Mi dilungherò poi, in un successivo post, con alcuni commenti sulle tante cose che Vic e le sue “prime linee” hanno avuto modo di raccontare, in particolare sull’evoluzione di Internet e del Web.

Per il momento, prima di infilarmi nella prossima sessione ancora (fra Maps ed OpenSocial ho scelto la prima), vi segnalo le cose che finora mi hanno colpito di più:

  • Android che usa la bussola integrata nel cellulare per spostare il punto di vista man mano che l’utente si gira;
  • simile tecnologia utilizzata negli occhiali-visore che questo ragazzo indossa, mentre le immagini sul laptop (e quindi anche quelle da lui visualizzate) seguono il movimento;
  • la potenza di ciò che si può fare (e sembrerebbe facilmente) con le mappe e Flash;

Pensavo di aver dato uno scoop eccezionale comunicando via twitter che il Team Leader del progetto AppEngine aveva annunciato i prezzi, e invece scopro che ReadWriteWeb lo ha già fatto ieri!

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Torno a trovare Google (e vi porto un souvenir)

Questa volta a San Francisco, però, e non al GooglePlex, anche se sto facendo di tutto per scroccare un altro lauto pranzo al famoso Charlie’s Place (consiglio la cucina indiana, ma mi dicono che sono tutte buone).

Vado in occasione di quella che una volta si chiamava Google Developer Conference (sì, anche se non sono un developer!), e che adesso è stata ribattezzata Google I/O.

Two days of in-depth, technical sessions on how to build the next generation of web applications with Google and open technologies

AJAX & JavaScript, Maps & Geo, Social applications, APIs & Tools, Mobile

Vi basta come descrizione? Beh, se non vi basta, potete sempre sfruttare la meravigliosa ipertestualità di questo mezzo, e trovare l’elenco delle sessioni. Lunghissimo!

Ho deciso di concentrarmi su Social, Geo ed AJAX, per i motivi che di seguito vi espongo. Ma uno dei motivi per cui scrivo questo post è anche di raccogliere qualche vostro suggerimento, o magari anche un interesse personale, per seguire una o due sessioni che altrimenti “perderei”.

Quindi coraggio, non fate i lurker, e manifestatevi.

Social: e OpenSocial in particolare, ovviamente. Data l’importanza (mediatica ma non solo) del tema in questo momento, direi che chiunque vorrebbe saperne un po’ di più e vedere dal vivo le potenzialita (ed i limiti?) dell’applicazione di “wrapper sociali” ad applicazioni esistenti. Almeno questo è quello che mi aspetto.

Geo: tutto quanto è legato a Google Maps e Google Earth, anche se a me interessa soprattutto il primo. Un po’ perchè in molti progetti comincia a farsi strada la possibilità di utilizzare questo servizio invece che mettersi in casa una pesante infrastruttura cartografica (vedi post di oggi di Gigi sull’utilizzo nella PA di Software as a Service), e un po’ per una passione personale sul tema cartografia.

Ajax: qui tocchiamo un tema scottantissimo, che è quello dell’usabilità per i siti web della Pubblica Amministrazione, requisito non funzionale irrinunciabile, ma limitante sul piano delle possibilità. Il mio obiettivo sarebbe capire dove sta l’ottimo, fra un sito che debba rinunciare al javascript per essere accessibile ad un operatore diversamente abile, ed uno che possa offrire una buona user experience.

Disclaimer: questo post non è in nessun modo “sponsorizzato” ma per correttezza e trasparenza devo dirvi che l’invito alla conference me lo paga ReadWriteWeb, ed è per questo che a Richard MacManus, fondatore e chief editor, vanno i miei ringrazimenti. Nei ringraziamenti ci sta anche che io vi suggerisca di sottoscrivere il feed di RWW, è di per se un ottimo aggregatore di news sul tema Web 2.0. Giudicate voi.

PS: i Googlisti mi hanno già prenotato per una successiva interrogazione (mi tocca studiare!), mentre a Roberto ho dovuto promettere un chilo di gadget (mi ha colto in un momento in cui ero…distratto!). Voi che souvenir volete? Sappiate che non si accettano richieste per iPhone! 😛

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Vai a fare l’IT Manager in Cina

E così, con il mercato dell’outsourcing di servizi tecnologici che cresce all’incredibile tasso del 38%, dagli 1.7 miliardi di dollari dello scorso anno, si moltiplicano le opportunità per chi voglia prendersi la briga di imparare la lingua, e trasferirsi là ad aiutare qualche azienda cinese del settore nelle relazioni con l’occidente.

Certo che dovete essere un po’ portati per le lingue, se decidete di studiare il cinese sul volo di linea che vi porta là per la prima vota, a cercar fortuna.

[via]

La vera multicanalità

Tre o quattro anni fa era una sperimentazione citata in una tesi di laurea di Disegno Industriale, fatta dalla NTT Docomo, sempre all’avanguardia nel settore della telefonia.

Oggi però esiste davvero un meccanismo per passare da un canale all’altro in maniera trasparente.

Lo usa ad esempio la Gazzetta dello Sport, con una realizzazione fatta in collaborazione con il Cefriel. Il sistema si chiama Gazza & Play (ok, sull scelta del nome hanno un po’ risparmiato…) e funziona più o meno così: a fianco ai vari articoli del giornale, o almeno ad alcuni di essi, ci sono dei barcode bidimensionali, che possono essere fotografati con la fotocamera del cellulare, e tramite un software scaricabile gratuitamente essere associati ad un codice che vi porta ad un approfondimento, su un sito mobile sempre della Gazzetta.

La Mappe di Google adesso con Flash!

A Google va riconosciuta una capacità: quella di dare grande ascolto alle richieste del mercato, rappresentato in questo caso dalla comunità di sviluppatori che vuole far leva sui servizi offerti da Google Maps. Da parecchio tempo in particolare molti di loro hanno manifestato il desiderio di integrare le funzionalità di Google Maps con una applicazione Flash. Ebbene, zio Google li ha accontentati con le Google Maps API for Flash.

Si tratta di un’applicazione demo sviluppata da AFComponents, che mostra alcune delle potenzialità.

Adesso tocca a voi…ecco qui una introduzione alle Google Maps API, ed il link alla documentazione ufficiale.

PS: la revisione attuale del trunk che ho linkato è la “42”. Il primo che trova il riferimento ad un libro vince…un applauso!

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Google StreetView. Fino a dove?!?

Stamattina un ex-collega e caro amico di Milano mi scrive via chat che ha visto una delle Astra nere di Google, opportunamente armata di telecamere, che viaggiava per le vie della città, anche se troppo velocemente per effettuare delle riprese. E mi sono venute in mente le recenti questioni dovute ad una eccessiva invasione della privacy, violata quando alcune di queste macchine si sono messe a percorrere pure dei vialetti privati.

Oggi Julian Lombardi ha linkato un video, assolutamente imperdibile, che ironizza su…beh, su dove può arrivare questa invasione. I due ragazzi del video cominciano ad esplorare il proprio quartiere tramite Google StreetView, e si chiedono fino a dove possono spingersi. Siamo lontani dalla realtà?!?