Sul presunto key-logger di Chrome

Nei giorni scorsi ho sbirciato qualche post un po’ polemico che denunciava, in alcuni casi con grande enfasi, la funzionalità di “pre-emptive search” presente nella OmniBox (la barra dell’indirizzo/casella di ricerca del nuovo browser). Per fortuna alcune voci fuori dal coro hanno un approccio più “razionale”.

Tale funzionalità, già presente in Google Suggest e nella search box di Firefox, prevede necessariamente l’invio di quanto finora scritto ai server di Google, che in risposta forniscono un elenco di valori (le potenziali keyword di ricerca) che vanno a popolare la combo.

Premesso che è una funzionalità disattivabile (anche se in maniera non immediata) e che personalmente me ne frego che Google sappia quante volte scrivo male una url, effettivamente qualche preoccupazioe sulla privacy mi sembra legittima, anche se paragonare questa funzionalità a quella di un keylogger (usato tipicamente per scopi maligni) mi sembra decisamente esagerato.

La socetà di Mountain View continua comunque a piacermi: nella sua politica di grande trasparenza e comunicazione ha infatti pubblicato un articolo in cui spiega sostanzialmente che:

  • il 98% di tali ricerche non sono semplicemente loggate;
  • il restante 2% viene loggato (in maniera randomica) per migliorare il servizio;
  • hanno deciso di cancellare quel 2% il prima posibile (tipo 24 ore dopo la registrazione);
  • implementeranno questa modifica probabilmente entro la fine del mese.

Se non è Product Management questo…

2 thoughts on “Sul presunto key-logger di Chrome”

  1. Evidentemente tu sei un amico di Google. Io no, sono un semplice conoscente.

    Conosco una persona cui e’ stato rifiutato l’ingresso in un paese perche’ sull’aereo aveva rifiutato il maiale ed e’ stato rimpatriato. Conosco una persona che e’ stata coinvolta in una brutta storia solo per essere passato in un posto sbagliato al momento sbagliato.

    dove io passo, cosa io vedo, lo dico al massimo ai miei amici. non mi piace doverlo dire a semplici conoscenti.

    con questo cosa intendo dire ? che, ammesso e non concesso che occorra per fini tecnici, se Google dicesse “opt-in chi vuole aiutarci a migliorare, cliccando qui i dati vengono salvati per un po’ di tempo”, probabilmente tu lo faresti mentre io no.

    i piaceri si chiedono agli amici, non ai semplici conoscenti. fare in modo che un semplice conoscente, _suo malgrado_, debba aiutarti, mi sembra cattiva educazione e forse anche un po’ di arroganza.

  2. Ciao Stefano, credo di capire il tuo punto. Anzi, lo capisco in pieno.
    Mi pare di aver scritto che i concern sulla privacy siano più che giustificati, su questo punto non posso che concordare, direi quasi obiettivamente.
    Tuttavia mi sembra fuorviante associare tale presunta o vera violazione all’utilizzo del nuovo browser. Google registra (e continuerà a farlo) la frequenza con cui clicchiamo sul primo risultato, le volte che scriviamo “paris” nella casella di ricerca (vai ad indovinare se stiamo cercando una città o una ricca ereditiera…), e con buona pace della privacy anche le ricerche più di nicchia.
    E’ in qualche modo il suo mestiere, e come ho già scritto in passato (almeno mi pare, cercherò il post) l’unica cosa importante da fare nei confronti dell’utente, o almeno la più importante è informarlo. Un utente informato può volontariamente decidere di non utilizzare quel servizio.

Comments are closed.