Location Awareness: io so dove sei!

Del valore potenziale dei servizi basati sulla posizione dell’utente (Location Based Services o LBS) si è già discusso. Non su questo sito, mi pare di ricordare. Ho sfiorato il tema, a me particolarmente caro, anche in questo articolo preparato a quattro mani per la Conferenza AMFM dello scorso anno.

Oltre alle startup interamente basate su questo concetto, come Brightkite e Loopt, anche i grossi player si preparano da tempo, ed in alcuni casi si stanno già scoprendo.

E’ il caso di Yahoo! con il suo servizio FireEagle, o di Google, che nella nuova versione di Gears rende (pardon, renderà) disponibili delle API per determinare la posizione geografica del client.

Ma veniamo al punto caldo: secondo questo articolo (e quello a sua volta puntato, direttamente dalla CNN), i ricercatori della Northeastern University hanno seguito i movimenti di oltre 100.000 persone senza nemmeno informarle di ciò che stavano facendo.

Seth Borenstein of the Associated Press reports tonight about definite example of cell phone location privacy intentionally violated without the knowledge of the phone owners. Researchers at Northeastern University won’t say where the 100,000 people they tracked live or what companies helped them do it – but they made sure to do it outside of the United States.

Il principale punto oscuro di una tecnologia del genere sta proprio nell’impossibilità, per l’utente, di liberarsi del tutto del controllo. Un telefono cellulare, ad esempio, deve necessariamente passare di cella in cella e ogni volta registrarsi, per poter essere collegato. Solo la coscienza e l’etica (o il rispetto delle leggi) da parte degli operatori può garantire che questi dati non vengano usati in malo modo o, ad esempio, venduti a terzi.

Technorati Tags: , ,

6 thoughts on “Location Awareness: io so dove sei!”

  1. …mi è venuto in mente un ‘vecchio’ film di Gilliam, Brazil, che recita : In una società libera l’informazione deve penetrare dovunque…Forse è vero forse no…Come mi chiedo se sia corretta una tecnologia così….ma del resto ha la sua utilità…dalle intercettazioni per fini “buoni” alla possibilità di rintracciare dispersi… etc etc … e si torna al concetto direi ancestrale di chi controlla il controllore …Confido anche io nell’etica e coscienza… :-)….anche se di questi tempi sono termini un po’ fuori moda :-)…ma soprattutto spero di poter confidare sempre nella possibilità di scegliere io …anche se da qualche parte qualcuno mi controlla!

  2. @Sabine: il valore dei LBS sta anche nella possibilità di utilizzare l’informazione sulla tua posizione per offrirti un servizio migliore, non necessariamente legato alla necessità di rintracciarti. Faccio un esempio: se accedo ad un portale che segnala i film in uscita al cinema, potrei avere un box con gli orari delle sale della cità da cui sto “chiamando”.
    Il punto è sempre far si che l’utente sia “cosciente” di ciò che sta succedendo, mentre questi ricercatori hanno tracciato il movimento dei cellulari ad insaputa totale dei proprietari….

  3. SI ok….ma tu credi che siamo sempre informati di come vegono trattati i nostri dati?…dal momento in cui aderisci ad un sistema, in particolar modo tecnologico diciamo, dal cellulare alla registrazione a un portale che ti offre sei servizi, bancari o telefonici, o di pleasure….indirettamente metti a disposizioni tue informazioni…ora devi sperare che vengano trattate con criterio certo…ma sai che le metti a disposizione…pensare che non sia così è ipocrisia…secondo me. Concordo che è sbagliatissimo non informare l’utente….ma quante persone sono coscienti e eticamente corrette a questo mondo?….alla base di molti di questi servizi c’è sempre business…o quasi sempre…

  4. … quante truffe si sentono di gente che si ritrova servizi accreditati senza saperlo? I dati vengono reperiti dalla banche dati, dove noi ci siamo registrati o coscientemente oppure no, ma ci siamo, a quel punto, in base alla politica del guadagno…veniamo manipolati…o meglio le persone più ingenue e indifese ( anche culturalmente) vengono manipolate. E’ chiaro che chi conosce il ‘giro del fumo’ sta più attento..noi che lavoriamo del settore informatico ad esempio. ..ma gli altri? Ecco perchè secondo me…l’arma migliore per difendersi da una tecnologia del genere ( che deve esserci) non è tanto la legge o l’etica..ma la conoscenza, la divulgazione, l’informazione tecnolgica…in modo da avere tutti gli strumenti per difendersi…( mi dilungo sempre troppo :-))

  5. Beh, Sabine, il tema è caldo e meriterebbe di dilungarsi così e anche di più!
    Anche perchè aiuta a diffondere le notizie e far capire a più gente possibile come funziona il giro del fumo, appunto!

  6. Già…sicuramente è un tema molto complesso e ricco di spunti!
    Dai limiti della metodologia/finalità della ricerca tecnologica/scientifica, alla disponibilità e ‘universalità’ dei database online e non, ..al significato/scopo della privacy …più informazioni si mettono a disposizione e vengono registrate.. a vari livelli e più è complicato capire come gestirle…:-)

Comments are closed.