Web, HD, palinsesti ed interattività: due casi recenti

Il caro amico e collega Salvatore, nella sua periodica attività di indagine e scouting, ha scovato delle interessanti ricerche, e condiviso delle riflessioni che condivido qui.

Si parla di HD (High Definition) su Internet e si portano sue esempi apparentemente in controtendenza: una AOL che “abbandona” la HD dicendo che non c’è business e una Akamai che invece sta investendo pesantemente verso la HD, fino addirittura a creare un portale “demo” per utenti e – soprattutto – content provider.

Ci sono ad oggi tre modelli principali di servizi di televisione che utilizzano le tecnologie Internet/IP su reti private o pubbliche:

1 – le IPTV di operatori TLC, esclusivamente su reti IP chiuse -> device primario il box, QoS  gestita, HD possibile (pur con molti limiti di palinsesto/canali); modello di business: focus sul contenuto e sulla library di partner “mainstream” Terzi (major del cinema, broadcaster…) o anche autoprodotti (Telecom, Sky etc); conseguente modello di servizio: 90% content, 10% interattività; esempi: Alice, BskyB, Fastweb

2 – le Internet TV (P2P e non) di attori “nuovi entranti” nel settore media, esclusivamente su reti IP pubbliche o di partner terzi -> device primario il PC con client software dedicato, possibilità di streaming su TV ma non a livello mainstream, in alcuni business model utilizzo di box come device primario; modello di business: non hanno (ancora) le risorse finanziarie per costruire grandi mediateche, produrre serie, integrare le major del cinema etc, puntano (o meglio: sono costretti a puntare) su un target di utenti “tecnologici”, fanno leva in modo bilanciato su content “professionale” di provider, advertising, user-generated-content e “microacquisti di pay-per view / pay per own”; conseguente modello di servizio: mix di accesso a contenuto, browsing, sharing, upload, servizi di community che abilitano la propagazione di contenuti e pubblicità;  esempi notevoli: Joost, Vuze, Babelgum, AppleTV (box dedicato ma PC/Mac necessario, almeno per ora)

3 – le Web TV, esclusivamente su reti IP pubbliche o di partner terzi -> device primario il PC con Web browser; modello di business: valgono le stesse considerazioni del punto (2), con in più la considerazione che il canale/device/PoC (Point Of Contact) Web è più orientato all’interattività ed al browsing (by definition, direi) che alla fruizione, download o streaming di contenuti “lunghi”, vuoi per le limitazioni della rete IP pubblica, vuoi perché l’attitudine di chi decide di dedicare un’ora al Web invece che alla Internet TV  (2) è di esplorare, andare da sito a sito mentre nel caso (2) siamo su un modello di rete aperto ma di device (client PC) chiuso con contenuti limitati: si va su Joost per il telefilm Sci-FI particolare, su Vuze per il download di videogiochi ed i telefilm e film “indie” etc; si va in giro per il Web in cerca del “nuovo”: 15 minuti su Youtube, un’occhiata all’area musica di MySpace, le foto di un amico messe su Flickr, l’upload del video del proprio gatto etc; il modello pubblicitario legato ai video/musica conta ancora poco (circa 5%) rispetto a quello dell’advertising “direct” dei banner, newsletter e dei modelli Web di co-marketing; di conseguenza il modello di servizio è orientato essenzialmente al “mash up” di content e servizi di vari attori e alla massima interattività; esempi: MySpace Video, Yahoo Video, YouTube, N3TV.it,  blogtv…

Ho messo in ordine “”calcolato” (1, 2, 3) le categorie di cui sopra: andando da 1 a 3 si passa da un concetto di “palinsesto” ad uno di “aggiornamento cadenzato” fino ad una logica completamente rovesciata ed estrema in cui il “palinsesto”, inteso questa volta come “insieme delle cose da vedere”, è deciso dalla community / base di utenti rispetto al gradmento / segnalazione di contenuti a priori non prevedibili (es: con buona pace del canale CBS su Youtube, quest’oggi il video più visto sarà quello del mio gatto).

Di conseguenza, andando da 1 a 3 la HD diventa progressivamente possibile / problematica / impossibile
A. per via della mancanza progressiva sia di banda sia di controllo sulla QoS
B. per il progressivo diminuire del “valore” del content “push” rispetto all’interattività / content user-generated, per ha progressivamente meno senso investire banda in HD ed ha invece più senso dedicare tale banda ad incrementare le performance complessive del servizio e la user experience degli utenti.

Akamai mira a creare business HD nell’ambito dei servizi TV di tipo (1) e (2), in cui ha perfettamente senso immaginare canali/palinsesti HD o almeno content “premium” HD on demand. AOL opera nell’ambito (3) ed a quindi una prospettiva completamente rovesciata.

Ecco i link ad i due articoli.
http://newteevee.com/2007/11/01/does-hd-online-matter-aol-cbs-sa
http://newteevee.com/2007/10/29/akamais-new-hd-strategy-show-dont-tell

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One thought on “Web, HD, palinsesti ed interattività: due casi recenti”

  1. Ci sono tante belle realtà italiane che non hanno il giusto rilievo, ad esempio http://www.kayenna.it io seguo questa web tv da tanti anni e devo dirvi sono un’affezionata ammiratrice. Tantissime notizie divise per categorie, innumerevoli filmati, una bella redazione che gira per l’Italia per catturare gli eventi più interessanti, tanta gente simpatica. Hanno pure il coraggio di fare delle inchieste e questo credo sia un punto di forza. Soprattutto non hanno bisogno di mandare contenuti protetti da copy e cosa ancora più importante sono privi si fastidiosi sponsor.
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